Celebrazioni in tutto il Mondo del documento approvato all'Onu il 10 dicembre 1948
I 60 anni della dichiarazione dei diritti
Amnesty: «Si ripari ai fallimenti»
Anche in Italia coinvolte 159 città in iniziative mirate
a conoscere e rispettare la carta universale
NEW YORK - Il mondo è chiamato a riflettere su sè stesso, di fronte a un anniversario importante: i 60 anni della Dichiarazione universale dei diritti umani. E le parole della segretaria generale di Amnesty International, Irene Khan, sono chiare: «E' arrivato il momento che i governi riparino a sei decenni di fallimenti nel campo dei diritti umani e diano seguito alle loro promesse» Manifestazioni in Cina per la carta dei diritti dell'uomo (Ap)
LA STORIA - Era il 1948, il mondo usciva stravolto da una guerra senza precedenti che aveva annientato la dignità umana e la comunità internazionale, riunita nella giovane Onu, sentì l'esigenza di mettere nero su bianco un codice etico valido per l'intera umanità. E' nata così la Dichiarazione, redatta da alcuni tra i più importanti intellettuali dell'epoca, dai francesi Jacques Maritain e Renè Cassin, al libanese Charles Malik, al cinese P. C. Chang, sotto la direzione del canadese John Peters Humphrey. A presiedere la commissione Eleanor Roosvelt, moglie del presidente Usa Franklin Delano. Il 10 dicembre 1948 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite vota i 30 articoli del testo finale: 48 i Paesi favorevoli e otto gli astenuti, gli Stati del blocco sovietico, il Sudafrica e l'Arabia saudita. Da allora la Dichiarazione, che si è ispirata ai principi della Rivoluzione francese, seppur non vincolante per i Paesi che l'hanno firmata, è stata il punto di riferimento per lo sviluppo delle moderne democrazie e a tutt'oggi rimane la base dei documenti delle Nazioni Unite e della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.
I PRINCIPI - Dal primo articolo che stabilisce l'uguaglianza e la libertà di tutti gli esseri umani, al trentesimo che sancisce il carattere inalienabile dei diritti, vengono enumerati una serie di principi comuni posti a fondamento della dignità umana. Il diritto alla vita, al giusto processo, alla privacy, all'asilo, alla proprietà, all'istruzione, e poi, la libertà di pensiero e di espressione e la condanna della tortura e della schiavitù.
LE COMMEMORAZIONI - Per ricordare i 60 anni di vita della Dichiarazione, sono stati organizzati diversi eventi in tutto il mondo. In Italia 159 città sono coinvolte in iniziative mirate a conoscere e rispettare la carta, promosse da "La tavola per la pace", la rete che riunisce enti locali e associazioni impegnate per la tutela dei diritti umani, e da Flavio Lotti, coordinatore del Comitato nazionale per il 60/mo anniversario della dichiarazione universale dei diritti umani. Lettura integrale del testo, concerti, ma anche un sit in davanti alla direzione generale della Rai per ricordare alla televisione pubblica il suo ruolo nella diffusione dei valori della democrazia attraverso la corretta informazione. Amnesty International ha presentato a New York anche una canzone e un video per chiedere ai governi del mondo di rispettare i diritti umani. «Non ci sono solo parole tatuate sulla carta, nessuna prigione, nessuno steccato, nessuna tortura fermerà le nostre richieste», recita l'inizio di "The Price of the Silence". Amnesty International ha quindi chiesto ai governi di fare del 60esimo anniversario della Dichiarazione un momento di azione e non di mera celebrazione. «Il 60esimo anniversario della Dichiarazione cade in un momento in cui il mondo affronta sfide molteplici». Denunciando gli attacchi terroristici di Mumbai, Amnesty International ha messo in guardia i governi dal fare marcia indietro sui diritti umani in nome della sicurezza: «I governi - ha spiegato Khan - hanno il dovere di proteggere dal terrorismo, ma il carcere a tempo indeterminato senza accusa nè processo, la giustificazione e la pratica della tortura e l'erosione del primato della legge non rendono il mondo un luogo più sicuro», ha concluso Irene Khan.
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