Barack Obama
CHICAGO - Presidente eletto Obama, ha mai parlato con il governatore dell'Illinois Rod R. Blagojevich del suo seggio al Senato?"Non ho mai parlato del mio seggio al Senato con il governatore, in nessuna circostanza. È mia convinzione che debba essere occupato da qualcuno che rappresenti la popolazione dell'Illinois e si batta per essa. Al di là di questo, io mi sto concentrando soltanto sulla transizione".
E' a conoscenza di qualsiasi conversazione tra Blagojevich o il suo capo dello staff John Harris o altri dei suoi collaboratori più stretti, incluso Rahm Emanuel?
"Mi permetta di interromperla, a questo punto. Sono in corso le indagini e reputo che sarebbe inappropriato per me - se ne rende conto, no? - fare qualche osservazione sulla situazione al di là dei fatti che conosco. E i fatti sono i seguenti: non ho mai parlato di questa faccenda con il governatore".
Tenuto conto della situazione nella quale versa l'economia, si è sentito in obbligo di modificare le priorità del suo programma?
"Considerato che dobbiamo far ripartire l'economia. Tutte le proposte che ho fatto sinora sono direttamente finalizzate a rimettere la popolazione al lavoro e a far camminare l'economia: un taglio fiscale per il 95 per cento delle famiglie - necessario più che mai - , un serio investimento nelle infrastrutture che costituisca la premessa per passare a un'economia a energia verde. E poi investire in tecnologie che possano ridurre i costi e gli errori dell'assistenza sanitaria. Anche di questo c'è bisogno, ora più che mai".
Molte aziende di questi tempi navigano in cattive acque. Non crede che sia legittimo per la popolazione chiedersi per quale motivo l'industria dell'automobile può ottenere l'intervento di salvataggio e un'altra azienda no?
"Al momento penso che ciò a cui ci troviamo di fronte siano alcuni rischi sistemici significativi, che potrebbero comportare per milioni di altri americani la perdita del posto di lavoro. Quindi, per quanto complicato possa essere, penso che debba prevalere un approccio del tipo "stabilizziamo il paziente, prima di tutto". L'industria automobilistica è l'ossatura della produzione manifatturiera americana in molti stati, di sicuro in tutto il Midwest. Da queste industrie dipendono milioni di persone. Stiamo vivendo una circostanza pressoché unica, perché al calo della domanda si somma anche una crisi finanziaria per colpa della quale nessuno riesce più a ottenere credito, nemmeno le aziende più solide. Quindi siamo in presenza di quella che è denominata la tempesta perfetta".
È pronto a tenere un discorso in una capitale islamica?
"Ho parlato di ciò durante la mia campagna: si tratta sicuramente di qualcosa che intendo fare. Il messaggio che voglio inviare è che saremo inflessibili nello sradicare quel tipo di estremismo terrorista che abbiamo visto in azione a Mumbai. Al tempo stesso saremo infaticabili nel perseguire il nostro desiderio di instaurare un rapporto di reciproco rispetto e di partenariato con i paesi e i popoli di buona volontà di tutta la terra che vogliono che i loro cittadini e i nostri prosperino insieme. Io credo che il mondo sia pronto ad accogliere questo messaggio".
Prevede di giurare come Barack Obama o come Barack Hussein Obama?
"É tradizione che si usino tutti e tre i nomi, e io seguirò la tradizione, senza cercare di fare dichiarazioni in un senso o in un altro. Farò ciò che fa chiunque altro".
Essendo il primo presidente di colore, sente di dover realizzare la visione del movimento per i diritti civili?
"Naturalmente sono onorato e grato di poter contribuire a cambiare il modo col quale in questo Paese si considerano e si trattano le razze. Ma è importante comprendere che non sono soltanto io, non sono soltanto gli afro-americani a volere rapporti interrazziali migliori. Io credo che tutti gli americani lo vogliano. Dipenderà da tutti noi continuare a fare progressi da questo punto di vista".
Alcuni dei suoi sostenitori più liberal temono che lei sia stato troppo centrista nel selezionare la sua Amministrazione.
"Senta, io ho scelto le persone che ritenevo maggiormente idonee a realizzare il nostro programma di cambiamento. La gente non ha in nessun modo obiettato che la mia agenda è cambiata, perché non è cambiata. Si sa che io intendo cambiare il nostro sistema fiscale, così da aiutare le famiglie della middle-class. Voglio ritirare dall'Iraq i nostri soldati entro 16 mesi. Voglio creare un sistema di assistenza sanitaria che tutti si possano permettere. Voglio promuovere una trasformazione energetica in questo Paese così da ridurre la nostra dipendenza dal petrolio straniero. Non ho cambiato nulla né mi sono rimangiato nulla di quanto ho promesso in campagna elettorale".
(Copyright Los Angeles Times; traduzione di Anna Bissanti)
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