ROMA - Le soluzioni tecniche, come sulla collocazione europea, ancora non ci sono. Ma dopo settimane di veleni e attacchi reciproci, cambia l'aria al vertice del Partito Democratico. E così Walter Veltroni, dopo una giornata cominciata, alle 8, con il faccia a faccia con Massimo D'Alema e conclusasi dopo una girandola di riunioni sui casi Napoli e Firenze, si dice molto soddisfatto, convinto che "tutte le questioni si stanno sciogliendo in modo unitario con una forte spinta all'innovazione". Non è tempo di guerre interne è la convinzione emersa tra i big del partito che, complici gli ultimi sondaggi, hanno preso atto dei danni di immagine e di consenso, provocati da settimane di articoli sulle tensioni interne e poi dalla polveriera della questione morale, accesasi in varie parti di Italia. "Dobbiamo mandare un segnale", è la proposta di unità con la quale D'Alema è tornato a parlare a Veltroni dopo settimane di silenzio. Un incontro, durato una decina di minuti prima del 'caminetto' sul Pse, nel quale, senza entrare nel merito delle incomprensioni degli ultimi tempi, i due big avrebbero convenuto sulla necessità di difendere il partito dalla "immagine forzata - evidenzierà dopo D'Alema - di un Pd travolto dalla questione morale". Anche se sia Veltroni sia il presidente di Italianieuropei tornano a fare la seconda nota congiunta in due giorni per rettificare il titolo di un quotidiano che dava l'impressione che i democratici negassero l'esistenza del problema nel Pd. Il problema esiste e va affrontato con il coraggio della discontinuità, come spiegherà più tardi Veltroni nell'incontro con i segretari di Napoli e della Campania, che sancisce ufficialmente la fine di una stagione politica in Campania. Si apre "un ciclo nuovo", è l'obiettivo del Pd, a partire dalle elezioni provinciali, da un rilancio, in forme da concordare con Rosa Russo Iervolino, della giunta napoletana e dall'ennesimo avviso di sfratto al governatore campano Antonio Bassolino, implicito in quell'impegno dichiarato di "aprire subito - dice il portavoce Andrea Orlando - una riflessione sul candidato alla Regione Campania che sarà individuato con le primarie". E sulla linea che "occorre uno sforzo per uscire da queste difficoltà, per reagire" si ritrova Massimo D'Alema, che da Roma si trasferisce a Napoli e tra i vari impegni riesce a trovare il tempo per una visita alla bottega antimafia e per un caffé con il governatore campano. Ma il segnale che non è tempo di "drammatizzare" i nodi interni arriva dal vertice dei big (Parisi polemicamente assente) sulla collocazione europea, da mesi ciclicamente al centro di un tira e molla tra ex Ds e ex Dl. Le posizioni in sostanza restano le stesse ma in oltre tre ore di riunione il confronto è pacato e costruttivo. Certo gli ex della Margherita, da Marini a Rutelli, hanno fatto blocco sul fatto che se il Pd entrasse nel gruppo del Pse sarebbe sancire il fatto che "il Pd altro non è che la Cosa 3" e gli ex Ds hanno evidenziato che fare un gruppo autonomo ridurre il Pd all'irrilevanza a Strasburgo ma alla fine quasi tutti parlano di "passi avanti". E anche Veltroni è soddisfatto perché sulla linea "autonomi ma cercando un rapporto con il Pse" ha avuto da tutti il mandato a cercare la soluzione pratica. Un nodo in meno da affrontare alla direzione del 19 perché, spiega Franceschini, "abbiamo ben presente le priorità degli italiani e in quella riunione parleremo di quelle".
Ansa
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